Una guida su come si fanno i “pompini”? Eh no, non accetto critiche sul mio modo di esprimermi. Perché non faccio altro che presentare la modalità con cui Centaurus Arcigay dell’Alto Adige ha sfruttato la tribuna offerta dalla fiera del volontariato organizzata da una collaborazione fra l’Ufficio provinciale Anziani e distretti sociali (sì, proprio la Provincia), Caritas Diocesi Bolzano-Bressanone (sì proprio la Caritas diocesana), la Federazione per il Sociale e la Sanità, il Comune di Bolzano (sì proprio quello di Caramaschi) e l’Associazione Provinciale di Soccorso Croce Bianca.

Il palco lo hanno messo a disposizione enti pubblici, Diocesi e organizzazioni di volontariato, come si evince dal programma.

Centaurus Arcigay dell’Alto Adige ha dimostrato la solita incontinenza comunicativa usando l’opportunità della fiera del volontariato (aperta a famiglie e bambini) per farne una esibizione di messaggi diretti e senza censura.

Come si fanno i “pompini” ma anche che posizione assumere per l’uso corretto del preservativo e dei lubrificanti in rapporti fra persone di sesso maschile.

Attenzione: per quanto mi riguarda nessuna pruderie o imbarazzo. Non è questo a fare arrossire me o chiunque sia persona all’altezza dei tempi che viviamo.

Ma la domanda è un’altra: è normale che sia la Provincia a organizzare assieme a Caritas diocesana e altre meritorie organizzazioni la tribuna in cui presentare il “corso per immagini” a scena aperta per grandi e piccini di “pompino” e persone adulte dello stesso sesso?

Attenzione: il giudizio sarebbe stato lo stesso, almeno da parte mia, se si fosse offerta una rassegna di Kamasutra eterosessuale. Non per pruderie ma per contesto: si può auspicare che una fiera del volontariato nella cornice della Biolife, la fiera del benessere, possa offrire una comunicazione sobria, adatta a tutto il pubblico (maggiorenne e minorenne) e non una sceneggiatura hardcore?

Contesto il senso del limite che manca a Centaurus Arcigay dell’Alto Adige. La Biolife, tenutasi dal 5 al 7 novembre, è stata presentata come una “vera e propria esperienza a 360°”. Come dargli torto.

Voglio spingerci addirittura a dire che può essere lodevole il carattere educativo, per gli interessati, della rassegna su come esercitare in sicurezza pratiche sessuali. Ma questo non giustifica che la scuola di sesso sicuro sia offerta senza filtri a tutto il pubblico di una intera fiera.

Organizzata, per quanto riguarda la sezione volontariato, anche dalla Provincia e dal Comune di Bolzano. E chissà se la Diocesi sapeva.

Il tema è sempre lo stesso: queste iniziative provocatorie di Centaurus Arcigay dell’Alto Adige hanno evidentemente l’esclusivo scopo di creare attenzione su di sé e di fare “scandalo” quasi che i temi che essa affronta (che sono serissimi) siano da trasformare ogni volta in una buffonata di fronte a famiglie e bambini.

Non che ai bambini debba essere negata informazione, ma riteniamo che la debbano decidere i genitori (da grandi faranno poi quello che vorranno) e appare sorprendente che in una fiera pubblica sia stato scelto di eliminare ogni filtro su temi complessi come quelli dell’educazione al “sesso sicuro”, anche in ambito omosessuale, mettendo in esposizione un campionario di rappresentazioni esplicite che in Tv non potrebbero essere rappresentate né in fascia protetta né fuori di essa.

Ma c’è chi si ritiene evidentemente al di sopra di ogni regola e di ogni autolimitazione.

Il problema è come sempre, ripeto, di contesto: altrove, nel contesto giusto, si promuovano tutte le campagne che si vogliono. In fiera bisogna avere un senso della misura. E se non lo capisce chi espone dovrebbe capirlo chi gli offre il palco.

Ora la Provincia (ma si promuoveranno iniziative anche in Comune) dovrà rendere conto delle scelte operate a favore di una organizzazione come Centaurus Arcigay Alto Adige che dimostra, pur beneficiaria di abbondanti fondi pubblici, di non avere rispetto e senso delle regole e della misura.

Con una interrogazione chiederemo quale sia in Provincia l’assessorato che finanzia Centaurus che ha messo piede anche nelle scuole attraverso il progetto Young Queer Generation considerato che lo stesso viene presentato “di formazione” per il corpo insegnante.

Alessandro Urzì

Consigliere regionale e provinciale di Fratelli d’Italia