La gestione del laghetto di pesca di Sinigo fa parte di un pacchetto di promesse elettorali?
Se lo chiedono il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì e la consigliera comunale Paola Zampieri che hanno presentato interrogazioni urgenti al Presidente della Provincia ed al Sindaco di Merano.
Tutto nasce da un lancio “social” in cui il presidente di un’associazione di pescatori riferisce di essere in attesa di una chiamata dal Comune di Merano come “promesso prima delle elezioni” per la riapertura appunto del Laghetto. Non è chiara la provenienza della “promessa”, ma è evidente il riferimento ad un ipotetico affidamento della struttura ricreativa per via diretta, posto però che la Provincia, proprietaria dell’area, aveva invece sempre sostenuto di voler indire una manifestazione pubblica di interesse per individuare gli interessati alla gestione del piccolo invaso e dell’annessa club house.
A Merano, però in questi mesi si è sempre mormorato che il nuovo gestore era già stato individuato e che la Provincia non avrebbe proceduto fino a che in Comune non fosse tornata una guida politica. Fatto sindaco e Giunta evidentemente ora c’è chi ha premura di riscuotere quanto concordato.
Sia chiaro: nessuno ha niente contro questa associazione. Il punto è un altro. Alle gestione del laghetto potrebbero essere interessate altre associazioni o enti e la trasparenza imporrebbe che si arrivasse a determinare il nuovo gestore tramite quella famosa evidenza di pubblico interesse annunciata dall’assessore provinciale Arnold Schuler, ma mai avviata.
Se due indizi fanno una prova, anche il fatto che si sia perso tutto questo tempo, che per quasi due anni ci si sia dimenticati del laghetto non depone a favore della trasparenza. Cosa c’è di torbido, oltre all’acqua stagnante dell’invaso di Sinigo?
Lo dovranno chiarire Provincia e Comune di Merano a cui sono state indirizzate le interrogazioni di Urzì e Zampieri ed in cui i due esponenti di Fratelli d’Italia chiedono esplicitamente se il previsto affidamento in gestione della struttura sarà effettuato tramite la manifestazione di interesse pubblico annunciata più di un anno fa o tramite altro bando di gara pubblico o se invece si prevede un affidamento diretto come farebbero intendere alcuni recenti lanci sui social da parte di persone interessate a riguardo che farebbero riferimento a non meglio specificate “promesse prima delle elezioni”. Sulla questione Urzì e Zampieri stanno valutando anche una segnalazione alla Procura della Repubblica.
Il laghetto di Sinigo è chiuso oramai da tempo, la fauna ittica presente è stata intanto spostata altrove a cura dell’ufficio caccia e pesca della Provincia, e il Demanio provinciale ha provveduto ad una parziale pulizia dell’area che però tutt’ora riferiscono gli abitanti della zona – è preda di incursioni di ignoti soprattutto durante le ore notturne. Il tentativo di prosciugare il lago per evitare ristagni d’acqua e proliferazioni di insetti e zanzare non era andato a buon fine: in una notte l’acqua proveniente dalla falda aveva riempito nuovamente l’invaso.
Infine tale scelta poco ponderata, in realtà non consente ai residenti di entrare liberamente al bar e consumare quanto necessario senza passare prima dalla tappa obbligata del “tesseramento” all’associazione. Circostanza questa che in caso si verifichi, potrebbe creare di fatto un aumento di tesserati ed introiti all’associazione che sarebbe opportuno monitorare.
Sulla questione conclude la consigliera Franchino sperando che il Sindaco e la Giunta riflettano e rivedano quanto prima tale decisione insensata e poco opportuna restituendo alla comunità locale quanto dovuto e pensando ad una modalità di assegnazione adeguata del bar a terzi svincolati da influenze politiche.